Arte e Cultura

L’ORATORIO DEI CROCIFERI

 

L’ Oratorio dei Crociferi è un piccolo ambiente che custodisce un unicum pittorico del celebre artista veneziano Jacopo Palma il Giovane
Fondato nella metà del XII secolo e gestito dell’ordine dei padri Crociferi, l’Oratorio faceva inizialmente parte di un antico ospedale, luogo di ricovero e di accoglienza per pellegrini e crociati in transito per la Terrasanta.

Il Doge Renier Zen nel 1268 donò una cospicua eredità all’ordine religioso per l’auto sostentamento della struttura. Nel corso del 1400 l’ospedale viene convertito in un ospizio per donne indigenti consistente in 15 stanze disposte su due piani. 

 

 

IL CICLO PITTORICO

Nel XVI secolo, una serie di ristrutturazioni in corso presso l’Oratorio culminano con la decorazione delle pareti da parte di Jacopo Palma il Giovane, che realizza tra il 1583 e il 1592 una serie di otto teleri, commissionati direttamente dall’ordine religioso dei Crociferi, a cui egli era personalmente molto legato.


I quadri del ciclo pittorico sono suddivisibili in tre categorie in relazione alle funzioni e caratteristiche dell’Oratorio stesso:
· Storia dei Crociferi e del loro ospedale
· Funzione dell’Oratorio come cappella in un ospizio
· Carattere liturgico dell’Oratorio come cappella, in senso generale


La storia dell’Ordine dei Crociferi viene raffigurata nei teleri collocati ai lati dell’altare.

I due dipinti risultano spazialmente uniti dalle arcate architettoniche dipinte con il chiaro tentativo di simboleggiare un unione tra Roma e Venezia (dove sono rispettivamente ambientati, grazie alle vedute laterali di Castel Sant’Angelo e del Campo dei Gesuiti). I due avvenimenti rappresentati, molto distanti tra loro nel tempo, diventano memoria storica dell’Ordine religioso: in Papa Cleto istituisce l’Ordine dei Crociferi (1) quattro frati ricevono la missiva di Papa Cleto, grazie alla quale i Padri Crociferi verranno riconosciuti come ordine religioso devoto al soccorso ed alla protezione dei Crociati.

 

Oratorio dei Crociferi

 

La consegna è indicativamente avvenuta intorno al XII secolo d.C. Nel telero Papa Paolo IV consegna un Breve all’ambasciatore veneziano (2) i padri Crociferi ricevono un atto riguardante l’eredità del Doge Zen tramite un ambasciatore veneziano, come si intuisce dai gesti delle figure in primo piano. Una parte consistente dell’eredità viene devoluta all’ospedale e ne permette la sopravvivenza. Questo episodio è collocabile tra la fine XV e l’inizio del XVI secolo. 


Del ciclo pittorico fa parte anche una sorta di reportage che illustra episodi collegati a Pasquale Cicogna, Doge verso la fine del Cinquecento e protettore dei Crociferi. I tre teleri sono collocati esattamente davanti l’ingresso dell’Oratorio. 

 

Oratorio dei Crociferi


Nel primo dipinto, Pasquale Cicogna assiste alla messa celebrata da padre Balbi (3) nell’angolo a destra, è ritratto il futuro Doge mentre assiste alla funzione insieme alle donne indigenti all’interno dello stesso Oratorio. La posizione dell’altare e la struttura delle panche di legno sono infatti esattamente identiche a quelle che possiamo osservare oggi.
A lato si trova invece Pasquale Cicogna riceve l’annuncio (4) raffigurante Cicogna che riceve dal Prefetto la nomina a Doge di Venezia. La scena si svolge in questo caso all’interno della Chiesa dei Gesuiti, come si intuisce dalla scalinata e, come nel precedente dipinto, dalla posizione dell’altare.
L’ultimo telero, Pasquale Cicogna visita la Chiesa dei Crociferi (5) ritrae il Doge con una veste dorata, un cambio d’abito che simboleggia il passaggio completo alla nuova carica veneziana. La facciata dei Crociferi nello sfondo e le donne ospiti del luogo, in primo piano, rimandano alla devozione del Doge verso l’Ordine dei Crociferi. 

 

 

Oratorio dei Crociferi

 

Il carattere prettamente liturgico e religioso del luogo viene evidenziato all’entrata dell’Oratorio e all’uscita verso l’antico ospizio.
Il telero Flagellazione di Cristo (6), posto esattamente sopra l’ingresso, allude alla purificazione necessaria per poter accedere al luogo sacro, rimandando ad una scena tipicamente cristiana con l’obiettivo di porre il visitatore davanti alla sofferenza dell’umanità. Il passaggio degli ospiti verso l’aldilà (i quali purtroppo trascorrevano spesso i loro ultimi giorni presso l’ospedale) viene invece simboleggiato da un’altra raffigurazione religiosa tradizionale. Il dipinto Trasporto di Cristo (7), il quale mostra la morte di Gesù ormai avvenuta e il trasporto del suo corpo, si trova esattamente lungo il percorso che conduceva al luogo di sepoltura. Sopra la fossa comune, collocata sul soffitto decorato, vi è la Madonna attorniata dagli angeli a protezione delle povere ospiti.  

 


L’ultimo telero di Jacopo Palma il Giovane racchiude il carattere religioso del luogo, gli avvenimenti storici e contemporanei al pittore veneziano.
Cristo in gloria benedicente, il Doge Renier Zen, la Dogaressa e i Procuratori di San Marco, alcuni padri Crociferi e donne dell’ospizio (8) è suddiviso in due parti distinte dove sono presenti quasi tutti i personaggi connessi alla storia dell’ospizio. Nella parte inferiore, sul lato sinistro, si trovano il Doge Renier Zen – la cui eredità permise la sussistenza dell’Oratorio dei Crociferi –  con al suo fianco la Dogaressa Aloisa, i Procuratori di San Marco ed i personaggi di spicco della nobiltà veneziana. A destra invece troviamo i Padri Crociferi e le donne inferme in atteggiamenti di devozione. Nella parte superiore Gesù Cristo è raffigurato avvolto da una forte luce calda mentre rivolge uno sguardo di implicita benedizione al Doge Zen.  I colonnati sullo sfondo rimarcano questa divisione tra tre diversi mondi: il sovrannaturale, il passato e il contemporaneo. La veduta in lontananza di Piazza San Marco si fonde con le figure in primo piano.
 

 

JACOPO PALMA IL GIOVANE

Jacopo Palma il Giovane (1550 – 1628), nipote del noto Jacopo Palma il Vecchio, ricevette una formazione artistica insolita per i suoi tempi: il giovane pittore trascorreva infatti il suo tempo a ricopiare i capolavori del Tiziano e di Tintoretto piuttosto che seguire la classica educazione presso le botteghe degli artisti.
Le sue indiscutibili capacità vengono notate dal duca di Pesaro, grazie al quale trascorrerà un periodo a Roma, esperienza che segnerà inevitabilmente la sua futura carriera artistica.
Influenzato dai motivi naturalistici che aveva conosciuto durante il periodo trascorso in centro Italia, in questo ciclo, Jacopo Palma il Giovane dimostra di aver intuito, l’importanza del linguaggio pittorico come forma di comunicazione tra artista e spettatore.

 

Venezia - Oratorio dei Crociferi -  Ciclo pittorico di Jacopo Palma il Giovane - Veduta generica della sala verso sud

 

CURIOSITÀ

La scultura lignea posizionata oggi sull’altare raffigura un vesperbild, ovvero una Pietà.

Anticamente collocata in una cappella interna dell’Ospizio situata al primo piano, era destinata alla devozione privata delle donne anziane accolte nell’ospizio.
Il soggetto si ricollega al culto della Passione e Morte di Cristo introdotto dai monaci Crociferi fin dall’epoca della fondazione nell’antico.ospedale.