Venezia

Cristiano Bianchin, Figure

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Gallerie dell'Accademia di Venezia
dal 9 settembre al 21 ottobre 2018

 

“Con il vetro sento l’esigenza di far affluire un aspetto che Venezia si e? lasciata sfuggire: quello della tradizione dell’operare.”

Cristiano Bianchin

In occasione di The Venice Glass Week 2018, le Gallerie dell’Accademia, in collaborazione con Caterina Tognon vetro contemporaneo, sono liete di presentare una selezione di sculture in vetro di Cristiano Bianchin (Venezia, 1963).

Per la seconda volta, le Gallerie dell’Accademia partecipano alla kermesse internazionale dedicata al vetro proponendo
un artista che dal 1992 si e? dedicato quasi esclusivamente alla creazione di opere in questo materiale e che ha lavorato con grande continuita? e intensita? nelle fornaci di Murano: la fornace Anfora, guidata da Renzo Ferro con il maestro vetraio Andrea Zilio e il maestro molatore Giacomo Barbini, e? divenuta la sua dimora artistica.

Per Bianchin lavorare il vetro costituisce una necessaria analisi del proprio linguaggio artistico, basato sulle classiche tecniche vetrarie muranesi messe a confronto con nuove sperimentazioni formali.

L’oro, il rosso e il nero sono i colori dominanti delle sculture scelte per dialogare con il patrimonio del museo, instaurando un fertile confronto con opere che spaziano dai preziosi dipinti a fondo oro ai candidi gessi di Canova.

Dislocata all'interno di tre spazi principali (la sala dei fondi oro del primo piano, l’abside di quella che fu la suggestiva chiesa gotica di Santa Maria della Carita? e il corridoio palladiano popolato dalle opere di Antonio Canova) l'intera mostra comprenderà alcuni lavori di Cristiano Bianchin concepiti negli anni duemila.

Se nell'abside si potranno ammirare sei sculture appartenenti alla serie delle Crisalidi, sinuosi ed eleganti idoli contemporanei che riprendono le foggie ieratiche tipiche della statuaria antica, nel corridoio palladiano l'ultimo piano si avrà modo di contemplare delle opere capaci di rimandare idealmente sia all’urna esposta nel Tablino che conservava il cuore e la mano di Canova che a un armonioso connubio tra classicismo e contemporaneità. 

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