Arte e Cultura

Video: potere e bellezza. La Repubblica di Venezia

 

Dall'inizio del XV secolo la Serenissima si espande verso la terraferma veneta e friulana.

È il momento delle 'donazioni' a San Marco, più o meno volontarie, e tutti gli staterelli e signorie, il patriarcato di Aquileia e Patria del Friuli, chiedono di aderire alla Republica Veneta.

 

 

Si forma così un vasto stato di straordinaria importanza nell'orizzonte europeo, coniugando la già floridissima potenza economica, cerniera e ponte tra oriente e occidente, con il peso politico e militare che un potente stato poteva offrire.
Fu un successo straordinario che pose fine alle lotte feudatarie succedutesi per oltre un millennio, dovute a signorotti e scompensi delle 'migrazioni' straniere (le invasioni dei barbari).

Per la terraferma veneta e friulana, soprattutto per le masse contadine, saranno i quasi quattrocento anni di pace e prosperità, interrotti solamente dalla stagione dell'invidia europea verso Venezia con le truppe associate nella Lega di Cambrai a portare devastazioni per qualche decennio nel primo cinquecento. Coalizione battuta dalla straordinaria diplomazia veneziana ed anche dalla popolazione veneta e friulana unita in San Marco.
La Repubblica, seppur oligarchica comunque più tollerante e civile dell'epoca, prosperò grazie ad una lungimirante politica che aveva il cardine nelle amplissime autonomie locali (i 'rettorati', molto più di 'federalismo' come ora lo intendiamo, quasi una associazione di distretti indipendenti) lasciate alle 'Regole' locali delle varie Comunità e agli 'Statuti' delle varie Città con i loro Contadi. Molto esteso e protetto il terreno 'demaniale' (delle comunità locali) destinato ad uso civico, eredità di tradizione medioevale.
Lo stato centrale si limitava a nominare nelle città e comunità locali un Podestà e un Capitano Militare. Persino più ampia ancora l'autonomia alla Patria del Friuli, dove veniva insediato un Luogotenente, quasi uno stato indipendente.

Le varie città e comunità contribuivano (e non tutte) allo stato con tasse e/o con forniture (per esempio il legname dal Cadore e dagli Altipiani). Lo stato si occupava dell'amministrazione militare, della giustizia, della politica internazionale e, con alcune magistrature, ad opere pubbliche o militari sovralocali, come il potentissimo Magistrato alle Acque, soprattutto per quanto riguarda le regolazione (anche o forse soprattutto a scopi militari) delle acque lungo la gronda lagunare.

Finirà tutto con l'invasione napoleonica che devastò gli equilibri politici e sociali europei.

Ma il rispetto per le autonomie locali, con le loro tradizioni e le loro lingue, con norme a protezione delle classi popolari, ponendosi perfino con il giusto equilibrio sopra le prepotenze di signorotti e nobili locali, fece cementare quella dedizione a San Marco e alla Repubblica soprattutto da parte dei contadini e dei montanari.
Un po' meno da parte della nobiltà locale, in contrapposizione con la nobiltà veneziana, che non esitò di volta in volta a schierarsi con i nuovi dominatori, dall'invasione della Lega di Cambrai, all'arrivo del Generalissimo, al Regno Lombardo-Veneto, al Regno d'Italia.

La dedizione a San Marco e alla Repubblica, da parte delle masse popolari, è evidente nei moti popolari del 1848, rivolti contro la dominante austriaca ed anche contro i Savoia, in questo appoggiati solamente da truppe Borboniche e Papaline. Fu tenace lotta 'di liberazione' e non per la 'fusione' (come allora dicevano i Savoia) al regno piemontese e all'unità d'Italia.
Il regno piemontese fu peggiore della dominante austriaca e portò fame, pellagra e milioni di emigranti, soprattutto nel Veneto-Friuli e in tutto il sud della penisola italica.

E questo spiega quello che ancora è il fortissimo 'sentimento Veneto' delle masse popolari attuali. Non per il Veneto della Regione 'italiana' del Veneto, ma per il Veneto di San Marco.
Causa non compresa dai Savoia e non ancora compresa dallo Stato Italiano, ma che merita, anzi necessita, approfondimento e rispetto nell'obiettivo di un moderno stato Italiano/Europeo.
Finendola con l'ingiusta contrapposizione nord/sud e per la giusta valorizzazione delle culture locali, dal nord al sud della penisola italica.